Il CBD “contro” il THC: la legalità della cannabis dipende dai suoi principi attivi
Dopo diversi anni di scontri fra opinioni divergenti dovute alla fama tutt’altro che positiva della cannabis sia nella vendita che nell’uso personale, in vari paesi del mondo e, in particolare, nell’Unione Europea, il cannabidiolo o CBD è diventato a tutti gli effetti una sostanza legale, in quanto i suoi effetti sono da ritenersi incapaci di creare assuefazione nei soggetti che lo utilizzano.
Questa sostanza può non avere alcuna relazione con il mondo del “tabagismo” ed essere piuttosto impiegata in svariati modi differenti, uno dei quali consiste nel rimediare all’insonnia, un problema che affligge moltissime persone e che può peggiorare non poco la qualità della vita.
Vediamo nel dettaglio cosa prevede la normativa redatta dall’Unione Europea che ha reso possibile la commercializzazione del cannabidiolo, trasformandolo per certi versi in una sorta di panacea contro numerosi problemi; oltre all’insonnia, infatti, il CBD è stato dichiarato efficace contro lo stress, gli stati d’ansia e le infiammazioni localizzate di origine tendinea e muscolare. Per questo motivo sono nati numerosi negozi fisici ed e-commerce dove è possibile acquistare prodotti al CBD online.
Al fine di avere le idee più chiare possibili, è giusto raffrontare la legislazione italiana con quella dell’Unione, cercando di comprendere quali sono i limiti che definiscono il confine tra la legalità e il reato punibile penalmente. Entrambe le normative fanno riferimento al THC, un principio attivo della cannabis, esattamente come lo è il cannabidiolo, ma responsabile dell’effetto psicotropo che rende la pianta un potenziale stupefacente. Infatti, non a caso, l’ultima sentenza emessa dalla Corte di Giustizia europea del 19 Novembre 2020 fa riferimento a un episodio accaduto in Francia, dove due imprenditori sono stati accusati di commercio illegale di sigarette elettroniche a base di CBD e sono incorsi in una pena che varia dai 12 ai 18 mesi di reclusione, nonché l’ammenda di 10 mila euro ciascuno; ma andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio cosa si può fare e quali sono invece le azioni vietate.
Cosa prevede la legislazione italiana in merito alla commercializzazione della cannabis light
In Italia, la Legge più recente riferita alla distribuzione della cannabis è la numero 242/2016, che stabilisce le regole relative alla coltivazione della canapa sativa, piuttosto che alla sua commercializzazione. La normativa specifica che il vivaista deve utilizzare esclusivamente sementi certificate, conservarne la documentazione per almeno un anno e comunque per tutto il periodo che precede la vendita della pianta. In questo modo risulta chiaro che non è possibile coltivare la cannabis in maniera incontrollata, così da evitare che il THC superi i quantitativi previsti dalla legislazione e si debba parlare non più di sostanza medicale, bensì di stupefacente. In tal senso, il limite dichiarato dalla Legge è pari allo 0.2% di THC, che può arrivare all’8% solo ed esclusivamente in ambito farmaceutico, quando a utilizzare le piante sono unicamente gli addetti di tale settore.
Tuttavia, un più recente emendamento della Legge di Bilancio risalente a Gennaio 2020 ha abbassato il livello di THC ammissibile allo 0,5%, definendo un preciso regime di tassazione riferito però al cannabidiolo; nello specifico, si tratta di 12 euro ogni mille chili di cannabis prodotta per ogni punto di CBD presente nel composto.
Cosa ha stabilito l’Unione Europea in merito alla vendita della cannabis light
Quanto accaduto in Francia ha permesso di porre l’accento su quella che è la posizione dell’Unione Europea nei confronti della commercializzazione della cannabis; infatti, secondo il legislatore non è possibile impedire la vendita di CBD in uno Stato membro se tale sostanza è stata prodotta all’interno di un altro Stato membro, purché il prodotto ottenuto provenga dalla lavorazione dell’intera pianta della canapa sativa e non solamente dai suoi semi o dalle sue fibre. In pratica, viene specificato che un produttore che opera nella legalità, rispettando le regolamentazioni imposte anche dal Governo nazionale, non può essere accusato di compiere un reato; in ogni caso, è necessaria la suddetta documentazione ed è fondamentale rispettare una precisa “filiera” come accade per gli altri prodotti di origine naturale soggetti a coltivazione.
Per questi motivi, la vicenda relativa al coinvolgimento dei due imprenditori francesi che è stata portata al vaglio della Corte di Giustizia europea non determina l’assoluzione dei due imputati. A tal proposito, la stessa Istituzione ha precisato che per giustificare la libera circolazione di una sostanza sospettata come stupefacente sia necessario attenersi a rigidi protocolli che certificano il rispetto dei limiti di THC e che, in ogni caso, l’ultima valutazione spetta a un giudice nazionale.
Conclusioni sulla normativa europea relativa alla CBD
Come abbiamo potuto verificare, la normativa europea ha reso il CBD legale a tutti gli effetti, specificando il valore massimo di THC che può essere presente nei composti in vendita e precisando quali sono le regole sulla coltivazione e sulla vendita della cannabis light. Per questi motivi, vedremo a breve dove è possibile procurarsi le migliori sostanze al cannabidiolo per curare l’insonnia, non prima di confrontare il CBD con il THC, in modo da comprendere meglio la normativa in relazione alle caratteristiche della pianta.
Sia il cannabidiolo che il THC sono due principi attivi presenti nella cannabis, ma il loro effetto sul soggetto che li assume è decisamente opposto; mentre il THC consiste nella sostanza psicotropa, capace di creare assuefazione e altri effetti tipici degli stupefacenti, il CBD svolge un’azione attenuante e analgesica, oltre a numerosi altri benefici che sono tutt’ora al vaglio della Comunità Scientifica. Pertanto, si può affermare che il cannabidiolo sia capace di inibire l’azione del THC, un aspetto fondamentale che spiega la differenza fra il commercializzare un prodotto al cannabidiolo, derivato dalla lavorazione dell’intera pianta di canapa, e una sostanza estratta solamente dalle fibre o dai semi della cannabis, con il chiaro intento di ottenere uno stupefacente.
Dove acquistare i migliori prodotti al CBD
Considerando quanto affermato sinora, colui che intende approfittare dei numerosi benefici del cannabidiolo non può fare a meno di affidarsi a un professionista serio e affidabile, sia per i rischi correlati alla propria salute che per i guai legali in cui è facile incorrere. Il sito Justbob.it dispone dei migliori composti di canapa presenti sul mercato, includendo fra essi quelli dedicati alle persone che soffrono d’insonnia. In tal senso, una visita al portale permette di verificare le numerose soluzioni a disposizione di tutti gli interessati, grazie a una grafica chiara e intuitiva, nonché alla presenza di spiegazioni dettagliate di quelle che sono le principali caratteristiche di ogni prodotto.